Dal sito: http://www.pallacanestrocirie.it
A. Dil Arona Basket – ASD Pall. Ciriè 78 – 69 (16-20; 33-29; 54-51)
Arona: P. Hildago, Lagger 11, Cogliati 11, Paracchini 10, Minoli 16, Pizzamiglio 19, Sacchetti 2, Masala 9, S. Hildago, Marzorati, Pietroboni. All: Bruno
Ciriè: Berta 7, P. Cavallero, Cosic, Cavallero S. 11, Piatti 2, Marchis 1, Corrado 11, Perino, Turribio 12, Autelli 4, Gile 9, Martoglio 12. All: Rubino
Nel 1950 l’americano Charles Schulz inventò una serie di fumetti che in Italia presero il nome di Charlie Brown. I più grandi, magari i genitori dei nostri ragazzi si ricorderanno di questo bel fumetto che vedeva protagonista Linus un bambino sensibile e costruttivo e suo fratello Charlie Brown che ragiona sul senso della vita e delle cose. Linus è un genio precoce, perso nella sua musica, ma complessato e fragile, che va in pezzi senza la sua coperta di flanella che gli da sicurezza. Dal personaggio è stato tratto il nome di una sindrome il cui primo sintomo è la paura di essere giudicati incapaci o imbranati, il secondo è la voglia irrefrenabile di chiudersi in casa evitando qualunque contatto sociale. Un complesso di insicurezze e sbalzi emotivi tipici del celebre personaggio famoso per la fatalista accettazione di un’esistenza candidata al fallimento ed alla solitudine.
Più o meno questa potrebbe essere la metafora delle ultime apparizioni sul campo della nostra squadra. Anche sulle rive del lago Maggiore in quel di Arona si conferma la sensazione della bontà del gruppo che parte bene costruendo un buon gioco corale, usando la carta Martoglio che nel pitturato domina i giovani seppur bravi giocatori di casa. Ma si sente già la sindrome aleggiare perché la difesa, punto saldo del team, trova qualche elemento che non fa diga come dovrebbe lasciando canestri facile e di fatto chiudendo il quarto in vantaggio di soli 4pt ed un trend negativo che inizia ad inceppare gli ingranaggi.
Il secondo quarto si chiude infatti 17 a 9. Gli esterni ruotano tutti ma, tranne Cavallero Stefano, nessuno riesce a dare continuità all’azione offensiva e difensiva. Entrano tutti gli effettivi 12 della panchina ma il contributo maggiore arriva da chi meno te lo aspetti. Cosic gioca poco facendo il suo ma si vede che non sta bene a causa del recente infortunio. Cavallero Paolo non è sul pezzo, Marchis si sbatte ma con confusione. Berta ha carenza di zuccheri ed ogni tre minuti ha bisogno di cambi. I Lunghi sono gli unici a reggere un po’ il ritmo partita.
Il terzo quarto Arona inizia la sua difesa pressante tutto campo, Ciriè non subisce il colpo ma anzi cerca il sorpasso in continuazione seppur faticando non poco. Si soffre a capire quali siano i vantaggi prodotti da sfruttare, rinunciando a tiri facili e forzando altre situazioni. In più un corto circuito spegne i proiettori della luce in palestra e si aspettano 25 min. prima di ricominciare la gara. E’ la seconda volta che capita quest’anno, la prima fu a Collegno proprio in quella fatale prima giornata dove forse si scatenò tutto, giocando quasi al buio dal secondo quarto in poi con un risultato imbarazzante. Memori dell’esperienza già fatta, l’episodio non turba più di tanto i ragazzi e Turribio sale in cattedra raccogliendo falli e segnando i tiri liberi (l’unico con Martoglio con percentuali accettabili). Tiri liberi che sono segnale palese della sindrome di C.B., la manifestazione della paura di essere giudicati incapaci. Poco più del 50% la statistica a fine partita.
Nell’ultimo quarto un colpo di orgoglio accende una fiammella di speranza che con due bombe consecutive di Cavallero S. e di Corrado riavvicina le squadre e mette tutto in gioco. La fine dellaPsicosi pare materializzarsi con il fischio di un fallo tecnico ad un giocatore di Arona ma Berta non tira e Autelli fa 0 su 2. Peccato sarebbe stato l’aggancio. Pazienza: dalla rimessa produrremo qualcosa… Perbacco, una palla persa ed un canestro da tre pt subito: -5 e di fatto il “genio” che si chiude in se stesso e non produce più gioco.
Si torna a casa a meditare su cosa ha funzionato e cosa no. Le facce sono lunghe, i “silenzi si ascoltano” nell’etere, forse la voglia di cambiare senza troppe parole, senza drammi, ma cercando di lottare contro questo momento difficile dovrà trovare il sopravvento contro ogni avversità. Chissà se il freddo dei prossimi giorni spingerà tutti a prendere quella “coperta di flanella” per trovare fiducia in se stessi e avviare la ricerca della maturazione di ognuno, la consapevolezza nei propri mezzi e abbandonare un giorno quell’ “oggetto transizionale” che oggi serve tanto.
